PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/11/2005
L'accappatoio verde

L’accappatoio verde lento scivola dalle spalle e s’aggrappa a caviglie sottili
Ora è tappeto di boudoir tra fredde ceramiche specchi e flaconi d’essenze
Alle spalle ti stringo e la bocca assetata di te beve gocce e vapori
Scostando corvini capelli bagnati che rigano gocce sul petto affannato
Con la mano mi premi piu forte le labbra sul collo
Viola livido tatuaggio impertinente sfugge da guance suggenti
L’arcione desiderio, destriero impetuoso ci offre dei crini l’afferro
sorpresi di trovare nell’altro seguace andare il destino lasciamo ove crede
a che vale ritrarsi ora che tutto pare spingerci l’uno nell’altra
esitante e convinto ogni tuo labbro si schiude a dita e lingua assetate
M’immergono e guizzo e titillo e ne intingo gli umori
sulla pelle poi scrivo apocrife lettere e segni arcani a seguirsi
Ti inchini con mani che seguon la bocca a lambire lombi frementi
Mi prostro al tuo seno turgido di brividi puntato sul petto
E in vetta raggiungo bruna aurea carezzo di baci l’ancestrale richiamo
Veloce la bocca ora corre a cercare il dattero di quel mare salato
Del ventre Frutto turgoso profondo e prezioso tesoro
Si mostra e la valva si schiude donando la polpa al mio labbro vorace
Oceano si apre e immerge d’onde ritmate spiaggia di mento proteso
Mi cerchi e circondi di morbide chiusa il mio ventre di palpiti tinto
Coi denti incidi dolci leggeri scalini di tremori e di saliva spirali
Salgono e scendono sulla babele dei sensi straniti che folli ora ardono
Le mani ci cercano e sgranano rosari che finisca che continui che ancora non cessi
preghiera pagana di piacere profondo echeggia nel petto ove senno ora manca
l’ incandescente metallo da forgia non invoca mercede
il maglio di pelvi lo doma e sorregge e al mantice porta
E dardo e aratro e spada diventa di saette e tuono foriero
E il tuo bacile primordio il metallo raffredda indurendo la tempra
Sfrigola di scintille e ribollono linfe dal profondo evocate
lucido e fragrante di te e del tuo nettare ritraggo perduto il perduto vigore
ma di nuovo ti ergi e a due mani ti afferri al bordo del candido approdo
e da sopra la spalla con lampi di oscuro richiamo
le strade de proibito amplesso mi esorti a calcare, le terga voltando allo specchio
avanti mi faccio e afferro i tuoi fianchi e varco infine la porta
del luogo ove ritorno non s’ha, e l’anima ora vinta esausta s’arrende
e ruggiti felini rispondono a guaiti struggenti sudore dolore al piacere accompagna
ed estasi e smarrimento e rinuncia all’eden promesso ed alla ragione finanche.
Stremati sull’altra l’uno avvinghiato membra scomposte di corpi
E il serpente furtivo si chiede adesso sfiniti le carni e assopito l’ardore
Se d’amore e passione fummo travolti o puramente da solo esultare di carni.


  • Attualmente 3.66667/5 meriti.
3,7/5 meriti (3 voti)

io non le avrei dato quel titolo...

il 09/11/2005 alle 12:01

mamma mia, mamma mia, e tutto per un accappatoio verde???? caspita mi sa che quello blu che ho io lo straccio....mare

il 09/11/2005 alle 14:43

dunque....è un paio di giorni che i maschietti della casa poetica si danno un gran daffare...
per caso: volete una rivolta al femminile?
;-)

forza poetesse, dateci sotto allora!!

un bacio a tutti
pat

il 09/11/2005 alle 16:28

Che titolo avresti dato ?

il 09/11/2005 alle 22:15

E perchè stracciarlo, può anche solo restare appeso...
Grazie
Zordoz

il 09/11/2005 alle 22:17

Ma perchè rivolta Pattina..ricordi Buridano?? meglio mettersi d'accordo... o no?
Grazie
Sergio

il 09/11/2005 alle 22:19

Andranno a ruba gli accappatoi verdi!
Complimenti per lo stile epico.

il 09/11/2005 alle 22:26

Tra i comandamenti l'accapatoio non infrange proprio il settimo, ma forse quello prima...
Grazie
Zordoz

il 09/11/2005 alle 22:41

Ottima conoscenza dei comandamenti, sorrido, mati

il 11/11/2005 alle 10:06