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Pubblicata il 05/11/2005
Amore io non so quale amarezza
scheggiasse il tuo vaso senza fiori
Ormai (correva nel giorno dell'inverno
un respiro affannoso di stagione),
non so quale malinconia
s’inerpicasse sul tuo volto privo di traccia
(le tue scarpe non ferirono le aiuole
tant'era lieve il passo), non so quale
dolore ti segnasse il palmo della mano
il mattino dei saluti.
Certo un pozzo si seccò se il mio seno
non percepì distanza dal tuo petto,
se nel profumo aspro
tra i capelli
io pettinai confini ed illusioni.
Mi colpì – feroce ancora – la nostalgia del tuo corpo
mia terra e casa, nel sorriso a chicchi
d'uva acerba e melagrana
Eppure mutata - cono d’ombra della decisione-
il timbro della voce mi fu grave, e ora
segue un disagio che non sai, amore,
la curva della tua gola a mezzaluna
Tutto diventa ciò che fu destino:
Mai violeremo
la legge che ci rese estranei, che cambiò la promessa
in cenno di rifiuto.
Ma nel mio ventre
forte resiste l'eco della voce, il segreto
teso come un filo che la morte dipana sugli intenti.
Rammenti? era l'inverno, il freddo inverno
quando aprii l’uscio. Nella terra
gelava un raggio che a dicembre nega
talora il tepore dei giorni.
E l’erba che riposava
nel giardino
aveva un suo silenzio che non tutti sanno:
edera che vestiva il muro
tremando tutta goccia a goccia
nel nuovo giorno a guardia della porta.
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Bellissima chiusa, l'edera che vestiva il muro ....
anche nel suo tremore si percepisce la forza e la sua tenacia nell'eseguire il suo compito nella vita...fare la guardia ossia custodire , ma anche vivere per poterlo fare. Bravissima come sempre

il 05/11/2005 alle 19:51

è la quinta volta che la leggo. Prima non riuscivo a far uscir parole perchè confuse erano le sensazioni che mi sentivo entrare, ora sono confusa ancora, ma almeno che è bellissima te lo devo dire....marealto

il 06/11/2005 alle 09:51

Bellissimo modo di ricordare! Nostalgica eppur positiva

il 06/11/2005 alle 10:09

struggente ed esoterica
anh

il 06/11/2005 alle 21:48

L'eco dei tuoi versi inonda il cuore di tristezza e si fa sussurro di ricordi...mentre l'edera accompagna, forse, il pensiero della speranza.
Bellissima, sono davvero stupita, mati

il 07/11/2005 alle 00:44

io pettinai confini e illusioni....mi vengono i brividi per il modo in cui scrivi....quel cono d'ombra,per rendere muti quei momentanei ripensamenti....che cambiò la promessa in cenno di rifiuto.....una porta che si apre e l'inverno che si rivela...in tutta la sua assenza di vita...quel parallello con l'edera....la mancanza...quel sentirsi asimmetrici...monchi....sguarniti...e quella porta che si apre e il buco che ti lascia chi prima ti completava....come due parti di un puzzle,quella porta che si apre e ti rivela ,nuda, è la parte concava...che sente subito il vento freddo dell'assenza...l'eco della voce.........bravissima......
Ale

il 23/11/2005 alle 10:50

leggo e rileggo e ancora e ancora e diventa sempre più mia, impossibile staccarsi da queste emozioni. bravissima sei la mia preferita, se qualcuno non fosse geloso ti darei un gran bacio
(virtuale s'intende) Francesco

il 03/03/2006 alle 21:43