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Pubblicata il 15/04/2002
Il richiamo del Tabor
si diffonde nell’aria ad un volume discreto, sonante.
un’intensità che invade le cavità del corpo.
L’anticamera di un sonno profondo
e denso come il miele e
la sensazione di trovarsi all’atto del dormire,
solo per il fatto che la mente è in assenza,
di pensieri complici.
Il movimento sinuoso del tempo,
la melodia di un flauto e l’urto del cosmo
che avvolge vorticosamente a spirale il
centro dell’ Universo.
Le mani di Lui rivolte verso il cielo,
e ai piedi la terra in presenza attonita.
ha smesso di girare.
Una fiamma bluastra, arde, ma non brucia
scalda le pelli degli uomini compiacenti
e le lingue dei vili e dei potenti si mortificano.

Ora la presenza di TUTTI si fa voce delle parti sconfitte.
Il sangue versato fa pulsare le tempie con l’ansia di
non poter trattenere ancora la vita sospesa
in una bolla di sapone,
uscita dal sospiro estatico di un antico suonatore.
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