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Pubblicata il 26/10/2005
Pate, senza carte mmane
e ‘na penna ca te pesava.
Che te credive ‘e fa’
purtanne ‘e figlie a’ scola?
Pate, ca he rusecate ‘o ppane
pe’ nun dicere no a ‘na lacrema
ca te stracciava ‘o core.
Pate, assettato a passà ‘a jurnata
respiranno a fatica ‘sta puzza d’urina.
Pate, vicino a ‘na fenesta
aspettanno ‘o juorno ‘e festa
e nu viaggio luntano:
che te credive ‘e fa’
rusecannete ‘o ppane?

Più che una traduzione, vorrei dedicare questi versi a tutti
i genitori abbandonati negli ospizi, dopo una vita di sacrifici
durante la quale hanno progettato sui figli anche la loro vecchiaia.
Si ritrovano a respirare la puzza d’urina che veleggia nei locali
e a trascorrere le giornate nell’attesa che un figlio li vada
a trovare e nell’attesa della morte.
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E riecco Antò, bellissima poesia,
solitamente sono le persone che sentono di non essere amate che si lasciano andare e non hanno cura di sè, come tanti genitori, purtroppo, e non solo....
spesso dimentiachiamo che anche noi diventeremo grandi... e saranno fatti nostri.
Grazie per la poesia,
luna

il 26/10/2005 alle 14:21

Ti ringrazio per il tuo commento. Mi chiedevi
del perchè io non pubblichi più tanto, dai un'occhiata ai voti, qualcuno deve avere dei problemi se vota e non commenta.
Io non ho problemi perchè in altro sito
la stessa poesia è stata molto apprezzata.
Ti abbraccio, Antonio Covino

il 26/10/2005 alle 20:10

Carissima Sera, non è per i voti, è l'anonimato che
mi lascia perplesso. Ed è la mia predisposizione all'amicizia che mi fa rimanere male.
Non fa niente fino a quando ci sarà anche una sola persona come te.
Ti abbraccio, Antonio

il 27/10/2005 alle 23:21

hai la mano di un mago....e scrivi cose che toccano il cuore....e mi emoziono...sempre....marealto

il 28/10/2005 alle 09:03

Non sono un poeta, scrivo ciò che mi detta il cuore.
Ciao, Antonio

il 28/10/2005 alle 21:51

Mette infinita tristezza questo padre abbandonato in un cantuccio, dove anche i ricordi e le attese hanno un sapore amaro.
Le tue parole sono pietre di dolore.
Con simpatia, mati

il 28/10/2005 alle 22:15