PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 11/10/2005
Odore di cornetto e caffè
risale i condotti delle mie narici
c'è qualcuno che agisce all'interno
e mischia gli odori coi ricordi
conati di ricordi
la tua faccia è impressa in ogni pulviscolo d'aria già respirata
che ritorna e si unisce ai colori tenui di questo presente
come una maschera di terracotta
dove il sole colpisce diagonale
col suo tentacolo giallo,viscido
il muro.
Improvvisa questa sensazione
odore intenso di vagina
intime sillabe olfattive
che formano il tuo nome,
dove sono le tue labbra sepolte e umide
come terra fradicia di pioggia,
risalire su,
sfintere oracolo
muto
come un sole seminascosto da nebbia,
ritorna tutto
il mio viso
confuso
sepolto da una luce gialla, malata
e poi quel blu fuori,l'universo che spia
i suoi sguardi zaffiro
guardo attraverso quella pietra di vetro,
che trovammo
tutto ritorna
e il futuro è un grido improvviso
e poi il silenzio....

....mi allontano da tutto
coi miei sguardi assenti
e non rido più
sangue..sapor di ruggine....
e mi allontano
perchè non credo più a niente,
come un sogno siete voi,sono io,
c'è qualcuno che manovra i ricordi
dall'interno,
un intelligenza autonoma annidata nel mio ventre gonfio.....
arriverà il momento,ed ora si mescolano i ricordi
poltiglia melmosa che m'intrappola...
chi c'era?chi mi ha abbandonato?
e chi ho ucciso?prima che fosse troppo tardi...
mi scrollo il cerchio dell'orbita
mi allontano
mi allontano
con una calma inaspettata
e i miei sorrisi sono acqua e pesci colorati
sotto lo strato di marmo del viso...
mi allontano
non vi credo
questo non è il mondo
a cui ci aggrappiamo disperati
io mi allontano,
colmo dell'elio che ho scelto
e pago le mie scelte
sollevandomi da terra
rinunciando all'affetto della gravità....
salgo su
mi allontano
mi allontano..
e tu vai via stupida mosca
vai via
e scopri quella maschera da angelo
rendi pubblico il tuo trucco slavato!
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Che strana questa poesia senza commenti alessandro. eppure il dolore, e la sconfitta, la rabbia e il disagio, l'amore e il disamore la rendono eccelsa. Vi è tutto in questa tua poesia e ci si smarrisce rapiti dalla sensazione quasi claustrofobica, come di farfalle impazzite infilzate con spillini su quel muro che tu stesso vedi. La sua faccia, il suo sguardo che trafigge e da trafiggere per non vedere più i suoi occhi che fanno male.
Scende e sale tutti i gradini della sofferenza questa poesia, fino alla rassegnazion e, non silenziosa però, non resa, ma comprensione del sè, del proprio limite raggiunto, di tutto il tempo consumato dietro ad un'illusione che ora è dis-illusione. E lei resta infine solo un pensiero fastidioso da scacciare, una mosca da allontanare con la mano. Bravissimo

il 23/11/2005 alle 00:25

bravissima tu!...una descrizione puntuale in ogni sfumatura....hai snocciolato il senso che ho voluto dare...bravissima....un commento che mi riempie....grazie

il 23/11/2005 alle 10:59