Sorse dall’Abisso con verbi suadenti
l’oscuro signore portando diletto.
Nascosto alla vista l’inganno perfetto,
mandava i suoi servi a frenare le menti.
Tremendo il potere aumentava discreto,
forgiando alleanze infernali con quelli
che detter lui forza e mandaron flagelli
a chi minacciava svelarne il segreto.
Comanda il serpente vestito d’argento
un’orda d’illusi da lui circuiti,
con angeli falsi e con dei costruiti
a forma dei sogni di un popolo spento.
Ma un giorno a venire, l’eroe combattente
verrà alla battaglia col male incarnato.
Lo sguardo lontano ed il capo piegato:
vermiglio stendardo di povera gente.
Il corpo perito in foreste lontane,
ne vive l’idea nei cuor palpitanti.
Non muoiono invano Messia e Comandanti,
se il lor sacrificio ad esempio rimane.
Un corpo formato da tante persone
sarà nuova carne del vecchio soldato,
all’armi dal limbo ancor richiamato,
nell’eterna lotta tra ‘l servo e ‘l padrone.