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Pubblicata il 21/09/2005
Come il respiro
di una sfera di carne
cadenzato come gli attimi d'attesa
prima d'essere violato
in questa stanza che suda già
questo segreto umido
da nascondere
nella noce dischiusa delle tue voglie...
io ficco il dito in quel silenzio
che tu stritoli come un cuscino
per non gridare,
morditi le labbra se il piacere prende fuoco
sono già dentro le tue palpebre
dentro quel buio che pulsa,
tu lo sai
e apri gli occhi e ti volti
e mi guardi di lato
ed io allora stringo tra le mani
la carne dell'intesa
e poi racchiudo nel pugno
le redini della tua femminilità...



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La sai qual'è la cosa che mi ha colpito? in questa stanza fisica di carne e pulsione tu sei a casa, nell'altra poesia quella delle carte sparse, la tua casa di muri è vuota appartenenza. Abitiamo davvero solo ciò che amiamo e desideriamo, il resto sono quadriappesi da altri che di noi non raccontano nulla.

il 23/11/2005 alle 12:19

CERTO CERTO....ABITIAMO SOLTANTO CIò CHE DESIDERIAMO....HAI DETTO BENE....A VOLTE HO ABITATO CIò CHE NON DESIDERAVO....E QUI NASCONO I PROBLEMI.....SEI MAGNIFICA....MI COMPRENDI!

il 23/11/2005 alle 15:21