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Pubblicata il 15/09/2005
Ninfe:

Sfortuna, sfortuna
che vieni inaspettata,
sempre ospite sgradita,
non bussare a quella porta.

Povero cavaliere,
prigioniero della morte,
incatenato all’amore,
vagabondo perduto.

Altra creatura magica
ha preso il tuo posto
e nulla puoi fare
contro quella malìa.

Poiché tu sei mortale
e sei ancora tra noi
solo perché questo luogo è magia
e lei ti ha domandato
di restarle accanto.

La tua signora
dorme tra le sue braccia,
come un tempo dormì tra le tue
ma vi è differenza poiché
allora non vi fu magia
a confondere il suo volere.

Lei amava l’uomo mortale
ed egli ancora è nei suoi pensieri,
non hai sentito?
ha invocato il tuo nome,
persino nel sonno di morte.

Amala ancora, Perseo,
non odiare il suo cuore,
il suo essere mortale
indebolisce la magia
e con essa la sua forza.

Cerca un modo
per parlare con lei,
per esserle ancora accanto,
per sfiorare il suo pensiero.

Se una magia
ti impedisce
di raggiungere il suo corpo,
un’altra magia ti farà arrivare
laddove tu ancora vivi.

Cuore ed anima, Perseo,
questo lei ti ha donato,
non dimenticare,
la sua parte umana,
è dentro te.

Seguiamo il tuo cammino,
giovane viandante,
sperduto in queste nebbie,
apri la mente,
poiché tutto può essere.

Ancora,
sebbene lontano,
riesci a vederla,
i capelli nel vento
che la porta lontano.

Non seguirla,
sarebbe solo dolore,
sii contento di vederla ancora
da lontano, con l’altro uomo.

Tu non devi cercare il suo corpo,
è la sua anima,
l’unica che puoi raggiungere,
poiché tu non sei più corpo,
ma solo spirito,
creatura astratta.

Invoca le fate,
ascolteranno la tua voce.
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