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Pubblicata il 09/04/2002
L'odore dell'asfalto bagnato si confonde con quello
del sudore che scende dalla pelle tirata per lo sforzo.
Le ruote volteggiano nel loro incessante movimento,
e i pedali si muovono al ritmo d'una musica martellante,
uno, due, tre, uno, due, tre.
Sono le tappe dalla vita quelle che mi permettono
di riflettere sul mio destino.

La forza è al massimo e l'energia che sprigionano le gambe
potrebbe paragonarsi a mille buoi nella rude campagna,
d'un contadino soddisfatto delle proprie bestie
e del prospero raccolto futuro che sicuro
sarà il frutto del suo sudore.
E mentre la tappa inizia l'animo vive incantevoli momenti di sicurezza e forza,
nella consapevolezza di potercela fare,
nella strada spianata incurante della fatica.

Ma gli ostacoli sopraggiungono allo scorgere
del temuto valico che mi appresto ad affrontare
con le residue forze rimaste.
Mentre il ritmo musicale dei pedali, incessantemente prosegue.
Uno, due, tre, uno, due, tre.

Gemme perlate discendono dalla fronte umida
e lo sconforto si avvicina nel momento in cui il pensiero
di non potercela fare potrebbe impadronirsi del mio stanco corpo,
delle mie affaticate gambe,
delle mie perpetue ruote,
l'unico elemento che mi tiene in stretto contatto con la strada.

Un lieve ed agognato sorriso si affaccia quando,
allo stremo, intravedo l'inizio della discesa.
L'aria fredda colpisce il volto inerte senz'altre sofferenze,
placido nella sua ovattata sicurezza di raggiungere il traguardo.
Sicuro delle proprie forze e la propria capacità.

C'è chi vince e chi non ce la fa,
ma la certezza di essere in corsa sempre e comunque,
dà il coraggio per affrontare nuove tappe.

E la prossima sarà un nuovo appuntamento.


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