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Pubblicata il 20/06/2001
Ho portato solo Tatiana con me
in questo lungo viaggio,
il primo da quando
sette anni fa
vidi la luce e il mondo.
Ci hanno dato solo cinque minuti
e mamma, correndo,
mi ha portato Tatiana
e nulla più.
Avrei voluto il baule di nonna,
pieno di tanti trastulli,
lo avrei voluto con me, sul trattore,
ma ho solo Tatiana
come unico ricordo della mia infanzia.
Camminiamo stretti,
la porto sul cuore.
Anche lei ha paura, la sento.
Non sa dove andremo.
Non sa se torneremo.
Un vestitino scolorito
ed un calzino a coprirla.
Ha perso un braccio
e si perdono i colori del suo viso
sotto una pioggia incessante di lacrime,
le mie lacrime.
Ti porto dove non suonano cannoni,
ma violini ed arpe
e lì ti canterò la ninna-nanna
e chiuderai i tuoi occhi di plastica dipinta
e riposeremo su di un prato verde smeraldo
e parleremo della nostra terra,
sperando,
un giorno,
di rivederla ancora…
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