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Pubblicata il 11/06/2005
Il resto a volte non lascia spazio
a questo sogno
ed allora questo
che pende delle fenditure
delle crepe di quel resto
vi si insinua fondo
cresce e diventa ghiaccio
e dalla innocua acqua di fonte
pura e trasparente
ecco che la roccia più solida
e dura viene divelta
sorseggiarla con parsimonia
questa emozione profonda
che non ci colga impreparati
al sapore dell'infinito divenire
che è sempre sconosciuto
e nuovo
e trattenere di più
dentro il petto
non posso.

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Alla mia Musa malinconica
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mi piace, è lirica e non priva di approfondimento filosofico.
Camo

il 12/06/2005 alle 14:26

Fine, sottile ed acuta come quella "fenditura" la tua voce d'anima, caro Sergio.
"...questa emozione profonda /che non ci colga impreparati /al sapore dell'infinito divenire...".
Faccio mio con piacere questo afflato in costante magica evoluzione.
Un caro saluto.
Max

il 13/06/2005 alle 11:31

Quella roccia è incndescente e la mia acqua al suo ocntatto sublima stato e sentimenti..
Grazie
sergio

il 15/06/2005 alle 22:01

Sono contento che ti siano piaciuti i miei versi, ti perdono per avere insinuato che ci siano in implicazioni filosofiche..
Compiaciuto
Sergio

il 15/06/2005 alle 22:03

Altrettanto sottile ed acuta la tua lettura, è di confrorto sentire altri che non si scherniscono dai marasmi dell'infinito divenire..
con stima Sergio

il 15/06/2005 alle 22:13

Ti rigrazio per la pazienza e la volontà che hai di leggere versi che nel tempo sono stati incastonati in questo mio percorso in Ph e che della mia esistenza divengono pietre snodi punti d'incrocio simboli. sergio

il 27/03/2013 alle 05:42