quando parole oranti i suoni del mondo
e i segni donarono all'uomo
più in alto
nell'azzurrità del cielo velo e velo cielo
la panna apparve
creativa di una nube bianca
macchina aquilante a volteggiare
come tamburi alanti
in libertà spermatozoica
e
ancor'oggi è un giorno di chiarità mutante
ma anche il giorno appresso vedremo spuntare
da lastre roventi una stele graffita d'erbe antiche e fossili silenti
e
eliche di vento si udranno gementi
impastare la goccia d'acqua col grano d'argilla
che in alto aggettano pietre futuranti
sono di già umane pietre che ossi carne e sangue rappreso hanno
in fili di creta e polvere ferrosa
passioni e gioie della nostra storia
di volti alieni lapidario anche
intanto a terra stelle rumoreggiano su fogli sfogliati
da scorie d'inchiostro scorticati
e la notte solcano i nostri pensieri con trepide e fragili antenne
la più trafitta notte da invisibili purità e sciabolanti pipistrelli
è nell'anima spenta dei sassi il muto gracchiar dei corvi
voci d'urla vibranti per non esistere col timore addosso
di una attesa lunga il mai di sempre
ma è dei metalli il bagliore che d'astri segna e d'ombre del tempo
il paesaggio
forte strepito bagliore che baleno la mente distratta attraversa
che istante perfora d'abissi assiepate solitudini
che attimo viscere squarcia alla veggente comicità della morte
che al sonno dei sogni lama accecante oblio fende
e del domani a strappi lembi segmenti mascherando racconta
tavola sinottica graffita il mai di sempre in aere sognoso e da
guardarsi a testa in su con azzurrini occhi arabescati appena
che altro dirvi non saprei................................................