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Pubblicata il 23/03/2002
Un passero solo cinguetta
sulla bruna ferraglia.
Canta in ricordo di uomini
resi animali,
schiacciati come sardine,
in capanne squallide
come latrine.

Un ruscello mormora
vicino all’isola del terrore
dove si infliggevano lance
nel cuore,
si bruciavano carni umane,
si restava muti
dinnanzi al dolore.

Anime di pietra
vivono a Dachau,
ricordate dal cemento
di pianto.
Grigio il passato,
verde il presente,
incolore il volto
di un morto
che si perde tra
milioni di facce.

Il mio passo quasi non
si sente
tra i ciottoli confusi
del campo.
Si confonde con i rumori
della mente.

Il mio pianto non
serve a ricordare
persone che non conoscevo
ma a capire
il loro amore rapito.

Niente sarà mai
come prima.
Il passero lo sa
ed anche il ruscello
tinto di rosso.

Nessuno svolazzi
sull’altare di teschi,
senza versare colore
sulle anime impallidite
dal terrore.

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