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Pubblicata il 23/03/2002
Di quella terra brulla

argillosa di profonde voragini,

geme il ricordo tuo nella mia culla

decorata di profumate ghirlande

d’aranci.

Il fracasso lontano

della città che lì non vive,

il cuore vicino

anche se non ti può sentire.

Gridare ,volere ,provare

e ancora soffrire, fremere

e amare.

Soddisfa forse il ricordo,

il forte desiderio di te,

serve a mitigare l’ansia

che divampa dentro e

mi consuma attimo per attimo?

Simpatica di una grazia sfuggente,

se non fosse per questo

impressa più non saresti nella mente,

e come una voglia saresti volata via accompagnata

dal vento.

È il vento che ci separa

con l’aria e le nuvole

e le migliaia di goccioline

d’acqua che ora bagnano

il mio viso ed ora invece

scintillano sulla strada nera e triste.
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