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Pubblicata il 28/04/2005


Nei vicoli stretti di Stoccolma s’inoltra il ricordo
dal muro alla terra una palla rimbalza
a piedi nudi e a mani vuote
la bambina gioca
un fiore selvatico afferra i suoi capelli

Il vento spinge altalene malinconici
e il pino guarda
l’avvenire disegna luci e ombre sulle stagioni
e nel canale scivola muta la vela bianca

coppie di gabbiani volano con eleganza
profilando disegni
che rimarranno incompiuti

la bambina solitudine cade e si rialza
allungando le mani alle metafore
tra ortiche insidiose le umili viole
e le rose

ne fa un mazzo grande
e lo porta alla mamma.


OLIMPIA
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Bella Sera mia, un affettuoso saluto e grazie !

Olimpia :-)

il 29/04/2005 alle 10:33

Brava ...la tua poesia è molto descrittiva, un
linguaggio delicato,ed eloquente.Brava Olimpia,
un grosso bacione da dory

il 04/05/2005 alle 16:13