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Utente eliminato
Pubblicata il 17/03/2002
All’inizio era un neonato,
crebbe e divenne ragazzo,
pensava di essere “ malato “,
si trovò uomo, ma non un pazzo.

Gli “ altri “ lo vedono solo un “ diverso “,
e pensano a lui non come persona,
vedono solo il loro “ universo “,
non considerandolo figura “ buona “.

Lo chiamano in tanti modi diversi,
ma solo uno poi li accomuna,
quello del loro mondo da : “ dispersi “
perché per loro la vita, non è solo una.

Sono tante le loro vite,
quelle dell’amore e della franchezza,
perché loro le hanno arricchite
nel loro intimo e nella saggezza.

Portatori di handicap vengon chiamati,
oppure “ down “ per i più “ colti “,
ma semplicemente sono portati
ad essere uomini e donne forti.

Per sopportare certi “ figuri “
che non considerano il loro cuore,
non devono udire certi “ siluri “
che vengon sparati senza pensare.

La loro mente : aperta e tranquilla,
si riflette ogni giorno nel loro mondo
che li fa vivere sotto una stella,
e li arricchisce assai nel profondo.

A loro tutto il nostro rispetto,
per la loro vita ricca ed intensa,
per chi è dotato di un po’ d’intelletto,
sappia capire la differenza.

Che è sempre data dall’esteriore,
mentre poi conta quello che fai,
non ti pensar che nel parlare
non si palesi quel che poi sei.



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