Quell'uomo soffio' sopra il suo sogno
che senza voltarsi indietro cerco' il suo destino,
il destino di chi rabbrividisce nel guardare due stelle che si baciano nell'oscurita' del proprio cuore,
di chi piange di fronte al proprio futuro e di chi ride del proprio passato.
Quell'uomo soffio' contro il vento gelido che gli ricordava quel giorno d'inverno in cui l'unica certezza era la pioggia incessante che batteva sui suoi pensieri d'amore,
e i suoi occhi che piovevano anch'essi lacrime di ricordi sempre piu' presenti sulle sue labbra nelle sere in compagnia della solitudine.
Quell'uomo soffio' sopra ad un addio interminabile al mondo che aveva sempre desiderato
e saluto' il sole cupo del giorno seguente che dietro quei palazzi illuminava solo il cortile circondato dal cemento dove pochi ragazzi gli ricordavano il gusto di un sorriso immotivato.
Quell'uomo soffio' dentro ad un telefono mille parole d'amore e mille appuntamenti d'affetto all'immagine della sua donna che senza convenienza continuava a regalargli cio' che nessuno gli aveva mai dato prima.
Quell'uomo soffio' sopra al bambino che un giorno era stato e che ancora ritrovava in se stesso nelle emozioni piu' grandi che il mondo continuava a nascondergli dietro alle delusioni di un palloncino volato via o di un gelato caduto in terra.

E intanto la sua mente era sempre piu' in guerra,
una guerra senza vincitori ne' vinti che riduceva il suo cuore in una galleria d'arte senza dipinti.
Molte cornici con l'interno bianco
ma l'uomo continuo' a soffiare sopra il suo destino
sempre piu' stanco.