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Pubblicata il 22/01/2005
Sulla carta nascosta lo grido,
sulla carta fremente di antiche
emozioni svanite lo scrivo.
E non è parola d’amore,
non di gioia o del mio nome felice,
non di pace e serenità…
Parola che ferisce,
colpisce la punta della spada
che scorre tra le mie chiome
lisce e setose,
velluto nero calpestato
e lacerato da una carezza,
e graffi e solchi
sulle mie guance di pesca
che si tingono di porpora.
Quante parole taglienti hai per me,
quante frasi ancora l’anima
sa formulare senza rimorso?
Continua pure,
continuerò anche io…
Sulla carta nascosta lo grido,
sulla carta fremente di antiche
emozioni svanite lo scrivo.
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