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Pubblicata il 20/01/2005
Il continuo lamento
della tua voce
rotta in pianto,
cocci della tua anima
incisi col sangue,
mi logori la vista,
non posso guardarti
mentre porti alla bocca
una caramella d'arsenico,
e sputi l'esistenza
e firmi con il piede
sinistro il tuo testamento.
Strappami a morsi
le orecchie, cancella
dai miei timpani
quell'urlo di morte
che hai stampato in volto.
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