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Pubblicata il 21/12/2004
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Compressi universi in boccio
nell'imago di madreperla
dell'iride che azzurro dilaga,
annegando il tempo alla soglia
d'improvviso eterno istante,
colto come fiore di ciliegio
nevicato da labbra condivise.

Ma siede l'io fra i rovi di colpe
in flagello di parole acuminate,
nel serpentino chiudersi a zero
il cerchio dei dodici testimoni
ad aggiungere un inverno muto
all'epitaffio di chi non è mai vissuto,
lasciando bianca e vuota la data
di un'irraggiunta resurrezione.

Nella mia cella di sangue e sospiri,
ragnatela di vene di ghiaccio
è trappola a sensazioni e pensieri,
le ali trafitte nel volo innocente
da frecce d'arricchito veleno.
In attesa, mi rassegno al rogo
dello sconcerto più profondo.

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inconsapevoli i cieli ... urlano dolore ...
ti abbraccio
Cristiana

il 21/12/2004 alle 11:31

Grazie del commento, Cristiana, ma... tranquillizzati! :-)
Un abbraccio
Axel

il 21/12/2004 alle 11:37

..nella mia cella di sangue e sospiri
ragnatela di vene di ghiaccio....
che bella immagine di... noi!!!!!
magnificamentebravo :-)

il 21/12/2004 alle 12:45

Grazie per il consenso, carissima!
Ciao!
Axel

il 21/12/2004 alle 13:03

ESTETICA E DELICATA LA PARTE INIZIALE:
"Compressi universi in boccio
nell'imago di madreperla
dell'iride che azzurro dilaga,
annegando il tempo alla soglia
d'improvviso eterno istante,
colto come fiore di ciliegio
nevicato da labbra condivise".

IMMAGINI DA INTERPRETARE SOLO SOLO COL SENSO DELLA BELLEZZA CHE E' DI NOI UMANI POETI. SPLENDIDA L'ESPRESSIONE "NELL'IMAGO DI MADREPERLA" MA E' DA DIRE CHE IN REALTA' GLI UNIVERSI COMPRESSI SONO LE PROFONDITA', LA BELLEZZA DEL SENTIMENTO CHE CI PORTIAMO DENTRO E CHE SI LIBERANO DALL'IMAGO DI MADREPERLA PER ESSERE SI COLTI COME FIORI DI CILIEGIO NELLA VISIVITA' DELL'IRIDE O, ANCORA, COME FIORI DI CILIEGIO NELLE LABBRA CHE CONDIVIDONO E NEVICANO IL TUTTO DI QUESTI FIORI E DI QUESTI UNIVERSI E DEL TEMPO.
LA PARTE CENTRALE DA INVECE UNA SENSAZIONE DI QUALCOSA DI INCOMPIUTO SUL LATO RELIGIOSO OVE EVOCANDO IL CERCHIO DEI DODICI TESTIMONI E UN'IRRAGGIUNTA RESURREZZIONE RENDI VISTOSO IL RAPPORTO DELL'IO PROTESO NELLA SUA INTROSPEZIONE VERSO L'ALTO. ANCORA L'ASCESI MA STAVOLTA IMPLICITA. LA TERZA STROFA E' PESSIMISTICA "IN ATTESA, MI RASSEGNO AL ROGO DELLO SCONCERTO PU' PROFONDO. NON E' CARO AXEL CHE INCONSAPEVOLI CIELI CADUTI EVOCA LA CADUTA DELLE CERTEZZE? RISPONDIMI SE PUOI? IO INVECE RICONOSCO E APPREZZO IL TUO STILE ESTETICAMENTE VIVO E VISIVAMENTE E METAFORICAMENTE INTROSPETTIVO. LA RICERCA DI UNA DIMENSIONE DELLO SPIRITO CHE SI PROTENDE VERSO L'ALTO E LA BELLEZZA PER RISCATTARE QUALCOSA O QUALCUNO. QUESTA E' UNA BELLA POESIA, MA FORSE NON UNA DELLE TUE MIGLIORI, EPPURE, E' DI CIFRA RAGGUARDEVOLE...VERA POESIA. CIAO DA SERAFICO TUO ESTIMATORE, MA ANCHE CRITICO.

il 21/12/2004 alle 22:03

Sempre cari e gratificanti i tuoi commenti, carissima!
Un ciao affettuoso!
Axel

il 21/12/2004 alle 22:42

Carissimo, difficile "sfuggire" alla tua attenta analisi... in effetti questa poesia rappresenta una progressione temporale di eventi dove la tensione vitale è in caduta... libera, partendo da un primo livello di serena estasi... fermo restando un linguaggio volutamente ambiguo e plurirappresentativo... ad esempio, i dodici testimoni sono simbolicamente i dodici apostoli, (cui è legato poi il concetto di resurrezione) ma anche i dodici mesi dell'anno che si chiude e che torna allo zero dell'inizio (di un nuovo anno/vita, quindi ancora "resurrezione"...) ma avversità contingenti minano i progressi (spirituali e non) e lo sconforto prevale, in un lungo eterno... istante...
Il resto... è ancora sepolto nel mio inconscio...
Ringraziandoti ancora per l'attenzione, ti saluto caramente.
Axel

il 21/12/2004 alle 22:51