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Pubblicata il 25/11/2004
Luna

Quando guardo
la gravida luna
che attraversa il silenzio
degli spazi,
m'assorbo come
al seno della madre.

Muoio di fame
nell'abbondanza
che mi circonda:
mi cibo al tuo vile fuoco
quando sono umile donna
fra comunità di eguali
mantenute
in covili di fiaccole.

Nuda, spoglia
di tutte le scorze,
iniziata al saio sterile
dei sensi opachi,
dei selvaggi piaceri morti
sul tuo petto,
con la bocca
ancora bagnata
dal latte profanato
ai tuoi capezzoli,
ti strappo a morsi
l'ultima orazione.

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