Vecchio adagio
So che ci sei.
Se appena svolto dal tirar dritto
m’accorgo che sei qui.
Se soltanto, anche per poco,
m’esilio in forzata mente
che ragione mai l’appaga,
il desiderio s’avvampa
nel ricordo di follia.
Finché quell’attimo passa…
Eppure ti sento.
Parole confuse, certo,
di bisbiglio parvenza,
lasciano orme sonore
ad indicarmi la via.
Danzano su frequenze modulate
in diffusione costante,
amplificate dal cuore
che le trova sul vinile della mente.
Finché quell’attimo passa…
Poi ritorna il moderno sentire
d’un freddo laser che legge
di note su freddo metallo.
E, allora, ti perdo…
18 Novembre 2004