Una Luna
Falsa
Strana
Bugiarda
Mi segue e balugina
In auto mia in corsa
Folle.
Fanale monco
Di luce spettrale
Su mare
Lontano.
Mi desta il rumore
Fastidioso e assordante
Di ferraglia maciullata
Che non grida di dolore.
Sbandata fatale
A darmi paura
Per non essere andato
Finalmente
A respirare quiete.
Silenzio invasivo
M’ammanta tutto
In un’altra sera senza te.
Come lama dentata
Entrano
Dopo giorni
Parole tue
Dure e gelide
Come scimitarra antica
A infliggere ferite
Per spaccare un cuore
Inutile
Slabbrare carne
Infelice!
Che strano!
Non t’eri accorta
Della mia morte cerebrale
Per assenza di respiro tuo!
Impraticabile respirazione bocca a bocca
A trasmettere atomi di vita
Profumati d’amore!
No.
Inutile.
Superfluo.
Devo morire ancora.
Perverso vilipendio di cadavere
Su corpo greve d’un uomo stanco
Che hai gettato e perso
Lanciandolo nel vuoto del dolore
Per sopprimere in te
Il naturale desiderio d’amare
E per sempre.
Per un amaro gusto di non vivere!
Femmineo distacco di lucida mente
Dove il pentimento segue la scelta
E l’amore resta più caparbio che mai!
Evocami
Ora
Piano
Con un sorriso
Lento
A illuminare quegli stessi occhi
Che mi hanno dato la vita!
Ora
Bassi
Scuri
Mi raddoppiano un sonno
Bramato da tempo
Nel quale
Finalmente
Potrò sognarti
Accanto a me.
Non svegliarmi!
Più.