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Pubblicata il 09/10/2004
War Zone, 7 ottobre 2004, Ns. Signora del Rosario

In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
(Mt. 25, 40)

Figliolo,
quando ti sveglierai
io potrò non essere più qui, al tuo fianco,
a riparare il tuo sguardo perso nel vuoto
dall’infrangersi dei vetri sotto i mitra.
Per questo t’ho scritto il mio testamento,
un testamento di guerra.
Lo stesso amore avuto, tu fanne dono all’altro.
A chi ha perso la speranza di vivere
sorridigli e racconta di questi tre anni passati con te.
Quante lacrime hanno rigato queste guance
e quanti rosarii avrò consumato…
Alla luce di fulmini ho pregato
e all’eco delle granate e dei sibili di morte ho temuto per te.
Se bastasse una spugna a cancellare
l’odio dal tuo cuore, mio giovane soldato,
le preghiere si trasformeranno in fiori
e l’ospedale in prato fiorito,
mentre il bianco freddo della lapide sarà caldo colore vivo.
Sono convinto, figliolo,
che queste non resteranno parole,
che il domani verrà un giorno
come per te verrà il risveglio dal coma…
E pensare che non so nemmeno come ti chiami…
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