Provate ad osservare
il sublime gioco dell’insicurezza,
del timore, della estraneità:
troverete imprecisioni silenziose
che si legano a catena
in un’intricata maglia
fitta d’ansia,
battiti non regolati
dal tempo o dalla superficialità
che inondano
lo spazio
di gesti inadeguati:
dove la voce
si arresta
risuona dolce e frenetico
il canto sacro della verità.