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Pubblicata il 19/02/2002


Son loro, son loro,
un sogno sfocato
nel giorno neonato,
e senti campane,
campane suonare,
venir la mattina.

Le vesti, bambina,
battello, la bolla
con te s'è dissolta,
sentendo campane
il giorno annunciare
un'altra di volta.

Un gallo vibrante
la voglia appannata
che resta in disparte,
sonnecchia e riparte,
sentendo campane,
campane chiamare...

Avvio per gli stormi,
coscienza mia dormi;
già perle rosate,
lontane campane
discendon come vie dimenticate
di pace soffocata e non ritorno,
ti prendon per mano
le onde confuse,
la luce traditrice ti conduce
assieme ai rumori alla porta
del giorno, stai correndo sempre più:
rintocchi dan singhiozzi al tuo motore,
e senza capir niente, nel torpore,
stai solo tra le nebbie, solo tu......



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Ben dipinto questo svanire della realtà del sogno come una bolla nel ridestarsi alla vita ove percepisci in modo estraneo ogni sensazione che ritorna al tuo cosciente dal sub-c.
Mi vien foglia di tornare a sognare.
Ciao
Axel

il 19/02/2002 alle 11:43

Ciao Dario,

il pezzo che mi è piaciuto di più è

Avvio per gli stormi,
coscienza mia dormi;
già perle rosate,
lontane campane
discendon come vie dimenticate

Complimenti
Antonio.

il 19/02/2002 alle 13:24

Hai espresso proprio bene le sensazioni del risveglio, la resistenza a cominciare, l'invito stuzzicante del mondo che si sveglia.
Così è nel passaggio dal sonno alla veglia nel senso più ampio possibile.
Complimenti.
Terry.

il 19/02/2002 alle 18:04

Ammetto che sono partito da una visione dolce del risveglio, ma che si trasformava in una magìa spiacevole perchè il sogno era preferibile, il battello era quello del sogno chiuso in una bolla e la realtà invece è la nebbia, il tradimento, la confusione. Cosa scegliere? Non saprei neanch'io onestamente, vorrei entrambe le cose ad accompagnarmi come da sempre accade. L'ossessione delle campane è un ambiguo richiamo, infatti, qui.
Grazie Axel, anche per la lunga e faticosa risposta chiarificatrice alla mia curiosità su Walkyrie. A presto
Dario

il 19/02/2002 alle 18:39

Non ho, come avrei voluto in un primo momento, usato onomatopee, mi sono soffermato sul ritmo cadenzato e lento del senario, quasi ossessivo, e sul tentativo, sempre ricondotto al solo ritmo, di riprodurre la lenta accelerazione delle azioni al mattino inserendo l'endecasillabo. Sei gentilissimo
Ti ringrazio
A presto. Ti ho lasciato un minuscolo commento a Per Lisa, forse l'hai già visto...
Dario

il 19/02/2002 alle 18:45

Mi succede spesso una cosa: ho la tendenza a usare spesso la prima persona nella poesia(anche se non qui) magari, però scrivo cose che trascendono la mia esperienza personale, generalizzandola, universalizzandola il più possibile. Alcune persone che mi hanno letto "dal vivo", mi hanno chiesto se quello che scrivessi fosse frutto di qualcosa di vissuto e spersonalizzato per nascondere il mio coinvolgimento. Forse questo componimento è uno degli esempi più lampanti di come questo non sia vero....
Ad ogni modo, grazie, non credo, di meritarmi questi complimenti, tu sei molto brava.
Ciao
Dario

il 19/02/2002 alle 18:53

Non avevo ancora letto il commento a PER LISA, grazie. Se vuoi puoi leggere la piccola risposta che ti ho lasciato

Ciao ancora
Antonio.

il 19/02/2002 alle 21:19
flo

Ciao Dario,
bellissimo questo risveglio. E' quello che ciascuno di noi vorrebbe avere. I motivi ci sono tutti e tutti ben centrati e calibrati nella giusta misura.
Con un po' di sforzo in più avresti potuto fare una poesia perfetta anche sotto il profilo metrico: eri partito bene con senari intervallati da endecasillabi; solo nel finale hai rotto un po' il ritmo eppure una poesia completamente di senari ed endecasillabi era alla tua portata.
Bravissimo comunque
Floriano

il 19/02/2002 alle 22:13

Il suono delle campane, all'inizio qualcosa di magico ,poi qualcosa di ossessivo. Pur nella morbidezza in cui ho cercato di immergere chi leggeva(invano?) ho lasciato un che di sinistro, perchè tendo a rappresentare tutto con grande ambivalenza. Un ambivalenza che trova massima espressione in uno dei concetti a me più cari, che trovi in ORIGINE DI SIMMETRIA, poesia persa nel sito che puoi leggere se ti va.
A parte questo, grazie di cuore per i complimenti.
A presto Ester
Dario

il 20/02/2002 alle 19:51

Grazie Floriano, credo che queste splendide parole che hai siano troppo per me. Mi è scappato un novenario. Se non erro a qualcuno ho risp. che volevo rendere il ritmo un crescendo nell'ultima parte. Ho fatto pagare al verso il privilegio del concetto. La prossima volta che uso una metrica + rigorosa sarò più attento, prometto!
Arritrovarci qui
Dario

il 20/02/2002 alle 19:55