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Pubblicata il 15/09/2004
Stancamente il giorno
le sue basse luci
eterno
e inamovibili
sentieri d'asfalto,
non trovandoti a me
ai dipinti
delle poche ore
compagna.
Sapermi almeno
tra fronde antiche
quieto aspettare
nel giorno la cenere
il solco di un amore
al varo.

Stancamente
ho perduto l'avermi creduto
e diventare grande
al nascondersi dalla morte
vivace tenaglia
nel fuoco sempre
alla forza che manca
stranito, trapuntato
quanto il freddo che indura
e la mia fede..........

stancamente esagerata
sull'onde impossibili
uccello della tempesta
va.
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Brano di frastagliata malinconia, caro Valter! Ricchezza di spunti riflessivi, di immagini slanciate, ritratte, assorbite dalla marea che invade. Lascia il segno la tua lirica!
Un abbraccio.
Max

il 15/09/2004 alle 11:14

sì Max, ieri avevo tanta malinconia, profondamente come profonda s'immerge l'umidità nelle ossa e di me ne osservavo il dolore qua e là alle giunture con l'anima.........ero stanco, tanto stanco come lo è un relitto che tarda a trovare il luogo dove spiaggiare o distruggersi. Ma ora sto meglio, un raggio di sole è comparso sul giorno nuovo.......tutto si riprende nella terra anche se guardiamo sempre più il cielo.

un abbraccio
Valter

il 15/09/2004 alle 11:31

...e sembra che il mondo vada a rilento
come i pensieri oppressi da calura

L.

il 15/09/2004 alle 13:08

grazie dell'attenzione


ciao

il 15/09/2004 alle 14:07

poesia molto ricca di essenze, sparse come frammenti senza l'orpello di legami diretti ma subliminali, in parole povere molto liriche!
Ciao!
Axel

il 16/09/2004 alle 11:37

felice di un tuo commento

ciao
Sulphur

il 16/09/2004 alle 11:54

se si è stanchi
ad un lato
ci si siede
del ciglio,
e si aspetta...
Guarda,
una lieve rondine
è passata
ricamando nel cielo
una serenata...
Forse ora
la stanchezza
è passata?
:-)

il 16/09/2004 alle 17:51