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Pubblicata il 17/02/2002


Come una signorina che a primavera
ha marinato scuola, è andata a camporella
tu, valle mia, sei sbracata al sole
e tra le cosce, abbandonate a valle,
mostri generosa la tua perla:
Giaveno, sul pube, oltre Trana,
cittadina che vizia la vista
con mille angoli formato cartolina,
segue le curve della mia Signorina.
Monte di Venere di giovane pulzella
più su, il tuo ventre caldo,
nostre campagne,
e ancora su, i tuoi seni turgidi
nostre montagne.
Nelle curve delle spalle e lungo il collo
come in un gioco si inseguono i crinali.
Sul volto, tra dolci colli,
i tuoi occhi verdi,
sono laghi profondi di montagna
e il tuo nasino, al cielo proteso,
a me sembra la cima del Col del Vento.
Discinta così, morbida e distesa,
con le tue chiome che vanno oltre le cime,
mi sciolgo in te, mia Signorina,
così come le nevi nel Sangone,
che come arteria porta a valle la vita.


Fernando Martella

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