curato nella valle dei ciclopi evochi
distante la prosa della carolingia croce.
la tua meches mi colora appena
e l'erbetta dei tuoi pascoli mi trae linfa e chioma.
in un formicaio di trasporto mollicale
albeggi invano sulla pedofilia d'erode.
prode come un servo che concilia* ad
un semaforo la vanita' d'un papa.
hai seminato fratte e raccolto verghe
nei letti di zerline travestite a lutto.
come una pecora avanzi,coi tuoi riccioli
impigliando steli di nuova speme.
e la perpetua ride mentre ti lava i piedi,
accogliendo il tuo cammino che le da' certezza.
femmina :carogna.lavandaia di ricchi e preti,
novella incinta senza trama:salvadanaio della tua parola..
caligola e' un perpetuo al tuo cospetto e gela.
tu sei misero,un illustre popolo,
che costruisce tetti ove s'annega,
sempre attento a ricolmar la pinta
sull'irredenta mensa.
curato,io ti nomino.
*concilio vaticano 2°