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Pubblicata il 17/02/2002
Tra verdi schianti di faggio
e di pino selvatico.
Tu carezzi
il polveroso selciato
e tra il portone immoto
e l'inferriata consunta
delle passeggiate di ieri
tu corri.
Tu scuoti le membra,
che sono agili e lunghe,
leggera
e il brusio delle cose
si confonde, si mescola al tutto
ed ogni cosa
digrada.

I contorni delle cose
li definisce il tuo passo:
le foglie riarse
e la terra dove esse cadono,
le cime degli alberi
riottosi,
le linee dei colli,
degli sciami nuvolosi
e quello spazio raccolto
nella caverna del bosco
dove si radunerà domani
la tua tregenda di demoni.


Dicembre, 2000
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flo

Ciao Antonio,
lupus in fabula: ti ho appena risposto al tuo commento alla mia poesia "Serata d'attesa" e ti ho detto che avrei letto volentieri e commentato una tua poesia.
L'occasione come vedi si è presentata subito (le ns. due poesie manco a farlo apposta sono una di seguito all'altra).
Poesia lievemente ermetizzante è la tua dove cerchi un fluire di versi di una armonia particolare (c'è anche un vago tentativo di richiamo di rime e di assonanze).
Bella l'espressione delle membra lunghe e agili della donna che abbraciano le cose, alberi, paesaggio ecc. e poi tutto si confonde nel brusio.
Un brusio di leggiadria e di amore.
Floriano

il 17/02/2002 alle 16:24

E' bellissima.
Mi sembra una grande poesia.
Terry

il 17/02/2002 alle 17:07

Bellissima, Antonio! Ho perso l'uscita e la trovo solo adesso. Interessante la chiusura
"e quello spazio raccolto
nella caverna del bosco
dove si radunerà domani
la tua tregenda di demoni."
Fa presagire chissà quali sviluppi misterici, comunque m'è piaciuta anche l'"immagine"
"I contorni delle cose
li definisce il tuo passo:"
E' proprio bella!
Ciao
Axel

il 17/02/2002 alle 20:41