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Utente eliminato
Pubblicata il 17/02/2002
Sei Donna di Calendari,
neppure ti raggiunge il sogno;
ed ora che s'è dileguata, vissuta,
anche l'ultima goccia d'inchiostro,
m'è rimasto il dubbio ch'esisti.

M'arrampico sulla tua ombra,
è nostalgia d’un clarino
tra lontane sonagliere,
il ricordo del tuo saluto
nella piana dei girasoli.

Ma se un raggio di sole, irrotto
nel pertugio del mio limite,
farà nascere dal tuo silenzio
il mio nome,

ed avrai per me almeno un'ora
dei tuoi sonni persi,
allora portami con te:
vetrina
agli sguardi d'una mattina,
unici meravigliati passi
sui fili stesi della vita.

Lascia la cioccolata sulle labbra
per il sorriso buffo d'una fotografia,
specchierò negli occhi la felicità
e lascerò che il mio sangue
catturi ogni goccia del tuo respiro.

Ora nella mente,
asciutta del tuo ricordo,
chiamo l'apparire
di silenzi d'ambra bruna
a ritrovare ancora,
nei sentieri d’ossidiana,
bricioli di poesia.







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