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Pubblicata il 27/08/2004
La neve di primavera

Mi hai stretto forte la mano
e sei apparsa come la neve di primavera;

e quel bacio,
e le nostre dita coprono i nostri anni,
consegnando all’eterno solo il desiderio del nostro coraggio di vivere,
tra lo specchio ed il letto di una stanza , dipinta di solitudine,
nell’ ingannevole dolcezza di un calice.

Sei apparsa come la neve di primavera
e le tue movenze leggere erano come quelle
di un bambino assorto nella ricerca della sua crescita
ed annunciano il mistero buffo dell’aquilone.

E tu ora, un po’ ridi,
cosi’ si scioglie la
benedetta ed immortale illusione dell’uomo, che danza;

e di nuovo scompare:
pietoso ed effimero l’inganno di te stessa, dietro la porta del sogno,
e mi chiedi, proprio tu, la speranza del vuoto. . e la scintilla,
della notte, insieme al gioco della luna.

Taci, anima mia razionale,
ritorniamo indietro nel tempo!
taci pianissimo.

La mia finzione è la tua:
non c’è rimpianto nella mia bocca
mentre aumenta l’argento dei capelli,
per la fuggevole giovinezza ,insieme al pallore del volto,
o per l’accorata solitudine
di un amore virtuale che fa volare carezze svogliate
nel cielo rosso della sera,
di un bacio, purtroppo, svenduto.
attraverso l’estasi di un senso.

Sogna, anima mia incantata!
Sogna!

Sei apparsa come la neve di primavera
ed ora il tuo corpo palpita
nell’ovattata ed incolore parete
sospeso sui fili di un albero d’oro,
di un fiato ansimante ,
mentre nel mondo che ruota piangendo,
io e te corriamo, nella pietosa promessa di una
scommessa forse non ancora persa.

E come sonnambuli vaghiamo di notte
in un mondo deserto e d’acqua.. quello che non siamo mai stati.

Sei apparsa come la neve di primavera:

e la pelle riporta l’odore del muschio
dopo la pioggia d’estate.

L’amore o la sofferenza,
lo spasimo o l’incanto nelle occasioni
di un tempo immutevole, ove fiorisce
persino quel sentimento che non piace al cielo.


Firenze 27/08/2004

Federi’

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La primavera e' un po' come la vita,
passa lentamente ed inesorabilmente ti segna.

Le rughe sul volto, sono l'itinerario di un viaggio
senza fine, ed aumentano, segnando sempre nuovi traguardi.

Grazie per il tuo splendido commento, che mi inorgoglisce davvero.
Federico

il 27/08/2004 alle 15:01

..........l'ultima neve di primavera,si', e' vero:
m,a non mi sono ispirato a quel film per scrivere cio' che ho partorito, mentalmente parlando,bensi'
il riconoscimento di quanto forse mai si puo' avere,se desiderato troppo, al punto tale, di prendersela anche con il cielo, per quel sentimento di odio che, per fortuna non conosco, ma che fa parte dei comuni mortali.
Grazie infinite per il tuo commento, l'ho gradito particolarmente.
Ciao,
federico

il 28/08/2004 alle 21:12

Peccato che questa "poesia" sia solo una volgare e mal riuscita imitazione, della bella poesia, con lo stesso titolo, di Elio Francescone.

il 18/11/2011 alle 09:31

dimenticavo, per chi non conoscesse l'originale:

Neve di primavera



Sei apparsa come la neve di primavera
e quel bacio
ti consegna all’eterno desiderio di
averti
tra lo specchio e il letto di una stanza,
nell’ingannevole dolcezza

di un calice,
troppo amaro per le cantilene
di un bambino alla ricerca, ancora,
del suo aquilone.

E tu ridi,
benedetta ed immortale illusione dell’uomo,
tu ridi,
pietoso ed effimero inganno di te stessa,
e mi chiedi, proprio tu, la speranza
e la scintilla,
la notte e il gioco della luna.

Taci, anima mia razionale,
taci pianissimo.
Non c’è rimpianto nella mia bocca
per la fuggevole giovinezza
o per l’accorata solitudine
di un amore virtuale che vola
nel cielo rosso della sera
attraverso l’estasi di un senso.

Sei apparsa come la neve di primavera
ed ora il tuo corpo
palpita sospeso sul filo d’oro
di un fiato ansimante, mentre
io e te corriamo,
si noi corriamo veramente
come sonnambuli che odorano di ragia
in un mondo deserto e d’acqua.

Sei apparsa come la neve di primavera
e la pelle riporta l’odore del muschio
dopo la pioggia d’estate,
l’amore o la sofferenza,
lo spasimo o l’incanto nelle occasioni
di un tempo immutevole ove fiorisce
persino quel sentimento che non piace al cielo.



Mi stringi forte la mano,
strana infermiera del piacere,
e le nostre dita coprono i nostri anni,
il nostro coraggio di vivere,
la nostra attesa di una reale e
dipinta solitudine.

Sei apparsa come la neve di primavera
e le tue movenze leggere
riannunciano l’altro mistero buffo
della fantasia,
quando il mio strano ed antico amore
si scioglie sul tuo seno nudo
che danza,
danza e di nuovo scompare
dietro la porta del sogno e
del vuoto.

Ritorniamo indietro nel tempo!
La mia finzione è la tua
ed ammanta l’argento dei capelli,
il pallore dei volti,
gli spasimi degli amanti infedeli,
le carezze svogliate
di un bacio, purtroppo, svenduto.

Sogna, anima mia incantata!
Sogna!
Anche noi sogniamo,
nell’ovattata ed incolore parete
d’albergo,
nel mondo che ruota piangendo,
nella pietosa promessa di una
luce di sera,
nell’ottusa ricerca di
quello che non siamo mai stati.

Elio Francescone

il 18/11/2011 alle 09:33