La notte intesa come altro vivere, negativo di un'esistere che stride i giorni con le ughie del quotidiano, e l'uno e l'altro vivere ricondotti a addendi della addizione consueta che è sopravvivere.
Versi letti e strappati.
Sergio
Caro Sergio grazie del commento nel quale infondi l'attenta lettura dei versi.....prendili come il vagabondare di una notte senza meta, ritrovando quel po' di se stessi che scompare nel giorno.
Mi spiace solo per quel tuo "versi letti e strappati", non credo il cestinarli possa morirne il senso, oppure quel strappati si riferisce al "modo" con cui li ho scritti.........non ti ho capito
ciao
Sulphur
Perdonami, il mio strappati non alludeva assoltamente a quello che hai inteso, non mi permetterei mai e non lo permetto.
Il mio strappati era da intendere come tolti dalla carta dallo schermo in questo caso e vivificati nel sentire comune. che ritrovo e che ho tentato di manifestarti.
Mi dispiace per il malinteso.
Sergio
non c'è problema, succede di comprendere male......questa volta è capitato a me
:-)
ciao
Sulphur