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Utente eliminato
Pubblicata il 14/02/2002
Il cielo era azzurro, il sole splendeva
davanti a me un angelo sorrideva,
io m’inchinai alla sua presenza
con remissione e impotenza,
ma quest’angelo non era felice
c’era qualcosa che lo rendeva infelice,
la sofferenza e il dolore
causavano in lui un solo malore,
io ero lì e lo guardavo
e mi domandavo se l’avessi invocato,
e mentre meditavo su questo pensiero
il mio cuor volava leggero,
ero innamorato ero plagiato
da quest’angelo fui colpito,
ma non potevo amare codesto
perché in fondo ero solo me stesso,
non ero un divino ne un predestinato
ma ero soltanto uno sfortunato,
ma nella sfortuna di questa visione
io colsi al volo la grande occasione,
ebbi in cambio del mio grande amore
no del terrore e nemmeno rancore,
la visione mi donò le sue lacrime
che valsero più di mille anime,
lei pianse avvilita per il mio dolore
che causa in me tanto malore,
così mi regalò il suo pianto
che entrò nel mio cuore come un canto,
fu un dono unico e di certo raro
che non ha prezzo e valore con nient’altro,
fu un dono dolce e divino
più dolce e soave di un goccio di vino,
insomma per me fu gioia eterna
che riaccese nel mio cuore una lanterna.
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