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Pubblicata il 10/02/2002
C'è ancora tempo per capire il raggiro del fato,
nell'atto in cui i pensieri troneggiano impavidi sul mio letto,
alzo lo sguardo e vedo stralci di un bianco lenzuolo,
accompagno la mia mente nel viaggio remoto,
di quando scorreva la strada asfaltata sotto i miei piedi,
di quando leggevo cartelli di città sbiadite,
di paesi dimenticati,
e vago alla ricerca di un punto di congiunzione,
ma trovo solo salsedine essicata,
papiri troppo fragili da toccare,
mi perseguito, mi inquisisco,
con le gambe pesanti martello il terreno,
mi muovo in spazi sempre maggiori,
ma sento la prigionia del silenzio,
e dovunque vado trovo cinema chiusi,
nessuna sala dove proiettare ciò provo,
niente odore di sorrisi,
solo io nel chiarore di una pallida mattina,
sfioro il suo ricordo,
perchè nulla è finito.
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Ciao Alme,

mi sono piaciuti molto i primi otto versi e la fine, di speranza.

Ciao Antonio

il 10/02/2002 alle 11:28

grazie antonio...
tu scrivi da molto? magari puoi darmi qualche consiglio...te ne sarei grato...un saluto poetico!!

il 10/02/2002 alle 15:28