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Pubblicata il 24/06/2004
A mio zio Rico

Fiori di plastica
Il terzo a partire da sinistra
Lassù in alto dove ai vivi
Sei costato meno
Bastarono quattro dita d’acqua putrida
Sono oggi quindici anni
Meno fondo quel fosso
Dei tuoi bicchieri
Pieni di tempeste
E di vino da poco
Oggi forse in qualche bettola della bassa
Qualche reduce
Di guerra e di cirrosi
Alzerà il suo calice
Ai tuoi stracci
Al tuo ferrovecchio
Alla tua bilancia truccata
Al tuo pugno alzato
Agli anni del tuo manicomio
Vissuti come pena da scontare
Nel ricordo ti te tutto si mescolerà
Ed è al ricordo e non ad uni dio
Che affido parole come preghiera
Osteria numero uno…..
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Eroi mancati o del giorno dopo, o tutt'altro che eroi
poveri noi ad averne bisogno...
Ma Rico era tutt'altro, Sul suo motocarro come su un destriero... pieno di coraggio di aver paura e di certezze più grandi di lui, con occhi neri impossibili da fissare....
Grazie per la tua lettura.
Zordoz

il 24/06/2004 alle 18:15

Scritta con spirito sincero questa descrizione di un personaggio e il suo dramma ben sintetizzato in poche righe.
Camo

il 25/06/2004 alle 12:34

Ti ringrazio Camo per la lettura .... e per il commento!
Zordoz

il 26/06/2004 alle 09:26