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Pubblicata il 22/06/2004
Fu nel ciclo interminabile delle rinascite che questa storia ebbe inizio e da allora…..non ha ancora avuto fine;
C’incontrammo per la prima volta sotto la stessa forma, lei donna, io uomo, non sapendo che quello era forse l’unico ciclo di esistenza che ci avrebbe unito in un'unica specie. La nostra vita fu lunga per una sola metà; io arrivai, sopravvivendo, sino al tempo della senilità che uccide ed annienta ad ogni risveglio; lei decise di non fare parte del gioco, rimanendo giovane ed immortale nella mia mente. Si ammalò presto e con classe e noncuranza per la morte che la indicava, se ne andò, lasciandomi il suo sorriso e le sue gonfie lacrime che ancora oggi porto con me, nascoste a volte sotto il mio pelo, a volte sepolte accanto ad una radice, a volte celate in una profonda grotta di un oceano.
In uno dei miei dolenti risvegli, capii che il mio tempo era giunto; mi alzai da quel letto che da anni mi spaccava le ossa ed attirato dalla luce di un fresco mattino d’autunno, spalancai le finestre della mia prigione; osservai il cielo per l’ultima volta con questi occhi umani; era bello come sempre, l’immagine di un arcobaleno antico guidò i miei sospiri; una rondine avvolta nel suo mantello di fine seta volteggiava nell’aria, disegnando con il suo sinuoso volo messaggi che ancora non potevo capire, in quanto uomo. La rondine si accorse di me, vecchia esistenza di una specie pronta al trapasso; vorticosamente accarezzò l’arcobaleno che meglio di me conosceva, cabrò minacciosamente il suo passo nel cielo, planando docilmente accanto alla mia rugosa mano, che stanca rifletteva il mio destino.
Nello stesso istante in cui i nostri occhi s’incontrarono, capii che il ciclo delle rinascite stava per invadermi; la rondine spiccò un piccolo volo, fermandosi, con la dolcezza che offre una piuma nel suo morbido scivolare, sulla mia spalla destra ; si avvicinò leggiadra alle aride dune desertiche che dominavano il mio provato volto, ed in un preciso istante, avviluppato da un vento che cantava lo stesso Fado da anni, mi baciò………………………. E dal sibilo di folate intrusive, ascoltai una voce che non avevo dimenticato e che questo mi disse “ UN VOLO ED UN PASSO, IL TUO INIZIO E LA MIA FINE, LA TUA FINE ED IL MIO INIZIO………BUONA VITA……..QUALUNQUE COSA TU SIA”.
Morii in quella mattina d’autunno e da lì cominciò il mio viaggio. Solo Chi è stato nel ciclo delle rinascite un essere umano, ha il triste destino di acquisire dal trapasso le reminiscenze della sua precedente vita; forse per un dono, forse per un’antica dannazione dell’anima…… fu così che attraversando vorticosi tunnel di arcobaleni ellittici, mi ritrovai accarezzato dalla lingua ruvida e cresposa di mia madre………… accorgendomi di essere un gatto…….. si un gatto di pelo rosso, consapevole della sua provenienza umana.
Il cielo era la mia meta; fluttuante nella mia nuova agilità cercai per ogni dove la rondine avvolta nella seta; la cercai cavalcando tetti e colline, alberi e monumenti……..ma non la trovai;
passai una esistenza dominata dalla ricerca, lontano dai miei simili, sbiadito nel mio rosso pelo, scarno e malnutrito, accecato da una speranza che alla fine divenne reale e non più sogno.
Il cielo era grigio perla quando la rividi; scese una pioggia che dapprima immaginai in onomatopeiche visioni…….. era forse un presagio, un indizio per le mie ricerche…..ed alla fine, quando la contaminazione dell’acqua mista alla terra aveva saturato ancora una volta lo scopo di quel millenario incontro………finalmente il suo volo balenò nel grigio che tutto avvolgeva.
Era lei………. La rondine dai dolci sussurri, la stessa piuma che planò sulle mie stanche spalle investagliate; scese a terra con la fatica del suo viaggio…….. il tempo le aveva donato il peso del suo aspetto …………
Ci guardammo di nuovo, come la prima volta, ora era lei che aspettava di rivivere; aveva percorso interminabili distanze, maneggiando dall’alto del suo rifugio, tutte le nostre presunte verità, raccogliendo sotto le sue ali milioni di visi, abbracci di innamorati e solitudini di scrittori……
Mentre moriva con il riflesso della mia immagine negli occhi, mi avvicinai a lei ……annusando quella donna rondine che mi stava di nuovo abbandonando per un ennesima rinascita……………..……baciai il suo capo rivolto debolmente in basso e dominato da un calore che finalmente riassaporavo, le sussurrai la mia nuova attesa " “ TU ERI VOLO ED IO ERO PASSO; TORNERAI PASSO ED IO AMERO’ IL MIO VOLO; HO ATTESO UN’ALTRA RINASCITA SOLO PER QUESTO MOMENTO, ANCHE SOLO PER VEDERTI MORIRE; DONATI AL TUO VIAGGIO MIO AMORE, ALLA TUA ENNESIMA NATURA; QUANDO MI RIVEDRAI SAPRO’ DA SUBITO CHI SEI POICHE’ E’ NEI NOSTRI OCCHI CHE SI CELA L’INCONFONDIBILE ………. BUONA VITA………..QUALUNQUE COSA TU SIA”.
Morì tra le mie lacrime, chiudendo delicatamente le sue ali. Il tunnel degli arcobaleni ellittici la stava di nuovo trascinando, potevo quasi sentirlo scorrere nel mio sangue………… dove sarebbe rinata ? cosa sarebbe rinata ?
Domande a cui non potevo dare una risposta; la nostra unica certezza era l’inevitabilità del nulla……..
Lei c’era ………….io c’ero, potevamo solo aspettare.
Dopo di allora c’incontrammo sempre, con la dannazione di dividere solo brevi momenti……………….
In un’altra vita io ero un gabbiano, lei un delfino……..volai sui suoi guizzi finché potei.
Divenni scoiattolo ed a guardarmi negli occhi per l’ultima volta fu lo sguardo di una meravigliosa e bianca lepre.
Viaggiamo ormai da secoli su questo mondo……………sotto aspetti sempre diversi ; ma cosa conta un aspetto ? a cosa serve una forma ? nulla è più potente della forza di non perdersi …………………
Custodisco sempre le sue lacrime nel mio petto…… ci amiamo senza tregua….ogni attimo per noi è tutta una vita e niente mai ci fermerà…………………………………………………………………………
“BUON VIAGGIO SIGNORI E BUONA VITA, QUALUNQUE COSA VOI SIATE”.
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???? ma va a cagare

il 20/02/2012 alle 13:41