Ciao Fedor, pardon, Antonio! Molto recitativo il tuo montare nel convincimento della "giustizia" del tuo delitto,
"Prendo in mano il mio pugnale
ho in mano il mio pugnale
il mio pugnale",
la ripetitività del "pugnale", è straordinariamente incisiva, c'è proprio il crescendo drammatico della decisione che poco a poco si rafforza.
MOlto bella!
Ciao
Axel
Caro Axel,
Io però, chissa perchè, non riesco mai ad esser convinto del tutto di quello che scrivo. Da un lato credo sia un bene assoluto, poichè il dubbio è fonte di stimolo a migliorarsi e, in qualche modo, ad evolversi, dall'altra parte mi piacerebbe talvolta non dover riguardare sempre quel che scrivo fino, quasi, a far perdere di senso ogni parola...
Comunque qui il romanzo del grande narratore russo è solo un pretesto. Ciò che m'attrae maggiormente, ed è quello che spero di avere trasmesso nel mio componimento, è questa sorta di "narcisismo etico-gnoseologico" che lo porta ad ergersi a paladino di un'ideologia tutta sua e personalissima, a decidere, in senso assoluto, credendovi fermamente salvo rari riaffiori di coscienza, ciò che è bene e ciò che è male.
Ciao e grazie dell'attenzione
Antonio.