PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 05/02/2002
Prendo in mano il mio pugnale
un'ossessione mi consuma.
Sento agitarsi il mio pensiero,
vibrato tutto in associazioni color di grigio,
e l'insonoro tamburo impazza
ascosto formicolare
pace dei sensi ritrovata
-il capitano Achab ammainò le vele-.

Ho deciso, deciso, deciso
io voglio, quindi sono,
del mio pensiero la suprema legge.
Io penso, io decido, vigilo me stesso interpreto
le sfumature tutte tese dal rosso al nero
al bianco.
Io, corpo-mente-stato, io,
sopra la legge umana il mio pensiero,
scosto la maschera ed il velo
ogni cosa adesso m'appartiene.

Prendo in mano il mio pugnale
ho in mano il mio pugnale
il mio pugnale
a tutto ho già pensato
-il pugnale è nella destra-
fioco fuoco labile come la mente,
dell'incosciente mondo,
la candela alla sinistra
mano.
-Il pensiero supremo m'appartiene-
la mia morale al di sopra Dio,
con il pugnale nella destra,
la candela alla sinistra,
vado, che il mondo accada!,
-sia fatta la mia volontà-
vado, morte agli empi!,
sgozzo la gola di quell'usuraia,
vado, nel nome di Dio,
nel nome mio,
padrone di me stesso
di Dio.

Febbraio, 2002




  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

Ciao Fedor, pardon, Antonio! Molto recitativo il tuo montare nel convincimento della "giustizia" del tuo delitto,
"Prendo in mano il mio pugnale
ho in mano il mio pugnale
il mio pugnale",
la ripetitività del "pugnale", è straordinariamente incisiva, c'è proprio il crescendo drammatico della decisione che poco a poco si rafforza.
MOlto bella!
Ciao
Axel

il 05/02/2002 alle 20:16

Caro Axel,

Io però, chissa perchè, non riesco mai ad esser convinto del tutto di quello che scrivo. Da un lato credo sia un bene assoluto, poichè il dubbio è fonte di stimolo a migliorarsi e, in qualche modo, ad evolversi, dall'altra parte mi piacerebbe talvolta non dover riguardare sempre quel che scrivo fino, quasi, a far perdere di senso ogni parola...
Comunque qui il romanzo del grande narratore russo è solo un pretesto. Ciò che m'attrae maggiormente, ed è quello che spero di avere trasmesso nel mio componimento, è questa sorta di "narcisismo etico-gnoseologico" che lo porta ad ergersi a paladino di un'ideologia tutta sua e personalissima, a decidere, in senso assoluto, credendovi fermamente salvo rari riaffiori di coscienza, ciò che è bene e ciò che è male.

Ciao e grazie dell'attenzione
Antonio.

il 05/02/2002 alle 22:00