PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Utente eliminato
Pubblicata il 03/02/2002
Ci tuffavamo a gara, quand'era il cuore
a tendere i solei ed il coraggio
vinceva la paura,
e pensavi senza rive il mare.

Sono passati gli anni,
ma è bastato il ripetuto intreccio
del volo d’una rondine,
in un torpore grigio d'insetti,
a tendere la corda del sogno
nell’esatta intonazione del volo.

Urlo il mio nome,
mi getto in altra essenza,
fruscia veloce il corpo
nell'aria smagliata,
si stende tra lo slancio
e l’impatto il dubbio
di vivere o sognare;

ma non m'è più concesso
tempo per le sfide
e non si lacera il mare!

In un grido strozzato
vedo un flutto schiumoso
allargarsi nella creazione difforme
d'una scarnita identità
che abbandona al vento
i suoi flabelli.

Strano, non mi dispero,
a me basta il pensiero:
quelli erano solo orpelli!

Ma risorge, con un grido sguaiato,
il gabbiano dallo scoglio
e si riprende il corpo la mente:
insieme verso la riva
nella bassa marea
d'un dileguato mare.




  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)