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Pubblicata il 20/05/2004
Sono il capitano di una barca

inclinata su di un fianco

sarei tentata di lasciarmi andare

ma la forza langue sull'acqua

che tutto sembra abbracciare

sommergendo pensieri dai fondali


perché io e la mia ciurma

siamo i sopravvissuti di un mondo

che giacque nel sole e nel vento

è ora della bonaccia

misuro la mia solitudine

con il grido di un gabbiano


e ti prometto amore mio

che se saprai aspettarmi abbastanza

approderò su di un'isola bianca

a raccogliere dal ventre di una rosa

la tua e la mia esistenza


e penso al ciliegio che stenta a fiorire

ai voli delle rondini che tardano ad arrivare

ai rami che picchiano su vetri opachi,

immobile resta l'attesa

mentre pigra segue il suo percorso una goccia.


C'è nostalgia del ronzio delle api,

quest'anno.



OLIMPIA
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