Sono il capitano di una barca
inclinata su di un fianco
sarei tentata di lasciarmi andare
ma la forza langue sull'acqua
che tutto sembra abbracciare
sommergendo pensieri dai fondali
perché io e la mia ciurma
siamo i sopravvissuti di un mondo
che giacque nel sole e nel vento
è ora della bonaccia
misuro la mia solitudine
con il grido di un gabbiano
e ti prometto amore mio
che se saprai aspettarmi abbastanza
approderò su di un'isola bianca
a raccogliere dal ventre di una rosa
la tua e la mia esistenza
e penso al ciliegio che stenta a fiorire
ai voli delle rondini che tardano ad arrivare
ai rami che picchiano su vetri opachi,
immobile resta l'attesa
mentre pigra segue il suo percorso una goccia.
C'è nostalgia del ronzio delle api,
quest'anno.
OLIMPIA