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Pubblicata il 06/05/2004

Come una lattina
vuota senza esser stata bevuta
rotolo nel vento
prima d’essere raccolto da terra
e buttato nel cassonetto
senza aver mai gustato
il sapore d’un paio di labbra.

Come una conchiglia
con dentro i clacson del traffico
guardo chi passa sulla spiaggia,
quella ormai è la mia strada
e mi nascondo sotto la sabbia
per non essere ascoltato.

Come una candela di burro
alimentata da un vento caldo
mi sciolgo nei ricordi
e potrei spegnermi con un soffio
ma non voglio.

Per sentirsi come me
bisogna guardarsi negli specchi rotti,
avere un posto al sole e godere della sua ombra
o camminare sotto la pioggia senza bagnarsi.

E’ una finzione l’ammetto!
tuttavia come mi sento
vorrei fartelo provare un attimo,
non per un perverso mio piacere
ma solo per consolarti
qualcosa che tu con me non fai.


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Molto belle e centrate le metafore che sei riusciito ad incanalare in questo tuo vortice di sensazioni miste a rabbia e dolore...
M'

il 07/05/2004 alle 22:35

Grazie,
è un bellissimo commento!

Hai afferrato:
rabbia e dolore.

Con stima ed amicizia.

Alessandro.

il 07/05/2004 alle 22:50