Oggi piove ed anche ieri

oggi piove ed anche ieri e ieri l'altro
ne è scesa di acqua da questo cielo
di un colore che scappa indefinito ed inefinibile.
Pioggia che diventa rigagnolo colare di grondaie
pisciottini di bocche di draghetti di rame
che adornano le villette a schiera che sanno di vernice
e di mutui fondiari a tasso fisso, di caffè la mattina
e di pantofole e tivvu la sera e figli che gridano
e madri che indaffarate cercano il tempo per avere tempo
e padri che si trascinano da un vano all'altro per trovare il bandolo
di quella matassa che ha un capo al cancello di casa e l'altro chissà.
Piove acqua e i tombini diventano inizio del viaggio di ritorno
verso lo scolo di smaltimento rifiuti liquidi, condotto artificiale
fiume, fiume più grande e poi il Po il delta Goro e l'adriatico
mucillagine e balneazione d'estate
grigiore e multiproprietà di pantere grigie d'inverno.
Piove e non pare neppure acqua quella che la terra
ormai sazia sputa in pozzanghere limacciose che invadono
solchi di campi arati di fresco e avvallamenti
impercettibili fosse del terreno che nel loro momento di gloria diventano
stagni laghetti ameni di giornate di vento di impermeabili e
ombrelli rovesciati che costano un occhio sono pure firmati e non valgono un cazzo.
E lampioni e ringhiere che luccicano quasi fossero di materia nobile
e non incrostati da piombo tetraetile di scarico e catalitico
la pioggia abbellisce pure loro.
E mi cade sulle spalle mi bagna scarpe e sicurezze,
la pioggia cade e prova a dirgli di no se ne si capace
puoi se vuoi aggrottare le ciglia come se tutte le gocce
finissero sulla tua fronte o aprire le braccia e accoglierla
come un dono una punizione un raffreddore assicurato stasera.
Piove acqua ma tu lo sai che scende su di te e su di me sui nostri giorni
di umida lontananza e sui nostri occhi che nella pioggia possono
togliersi gli occhiali scuri e piangere liberamente lacrime di pioggia.