L’amore il gioco - Zordoz

Non voglio la tua anima, un’ anima in fondo
si può perdere anche se perderla non è il pericolo peggiore,
chiederla è aleatorio quasi come salvarsela se significa
sotterrarla, annegarla, asfissiarla, ammorbarla di abitudine.
e poi altri di promesse sono creditori.
Io voglio la tua volontà, l’attenzione,
voglio che tu voglia percorrere questo tratturo
di coraggiosa conoscenza, e che lo voglia con me,
filo di acciaio che resiste anche alla corrosione del dubbio
che penetra nella carne e la tiene legata all’arbitrio
libero delle scelte .
Io so che tu non vuoi guardare oltre gli attimi
consapevole che dentro i nostri attimi
si perde tutto quello che fuori dagli attimi ha senso compiuto,
dei nostri incontri carichi di phatos, dopo, tu sai,
resta il profilo seguito con le dita del ricordo di un attimo prima
lo sappiamo io e te che non possiamo deragliare un futuro
dal solco che i giorni hanno scavato.
Ci consumiamo nelle attese degli appuntamenti predati al nostro vivere
trafelati di smania e di fretta di esserci, noi,
sensi che si incendiano combinandosi nel crogiolo
di quel fuoco di fosforo liquido che non ha fiamma
ma che inestinguibile consuma la mente e la carne,
lasciando nel braciere della ragione alfine
ceneri di peccato e polvere di espiazione.
L’Eden si allontana mentre graffiamo di sensi il sogno
nelle notti in cui il sonno è torturato dalla di rinuncia
l’urgenza di averci corrode ogni pensiero
con l’acido ribollente del desiderio inconsulto
prostrato ai piedi della pira funebre dei giuramenti.