PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 07/04/2004
Sorvolo sul tuo disappunto
frutto ammaccato che inasprisce la lingua
nel pomeriggio senza nome e senza senso
che tra mille anni avremmo certo dimenticato.
Viene il tuo sguardo lento di alterigia
la piana ghiacciata è più dolce
persino le rondini lo sanno.
Ti prenderei a schiaffi volentieri
a sciupare il tuo bel viso ci vuole un attimo
forse una parola di sfiducia
un silenzio al mattino
un corridoio che ,a un tratto, non ti restituisce il mio sguardo
forse ci vuole solo zucchero sciolto
e tutto ciò che è dato lasciarselo alle spalle
quando non serve il tuo 'mi dispiace'
vuol dire che saremo salvate dalla formalità.
Donna, che la tua essenza non è donna,
la tua essenza è sul banco del pesce
è una testa annusata da colonie di gatti
e un prezzo che sale e che scende
urlato
scritto in rosso
come ogni cosa che domani imputridisce.
Faremo un giro in auto, io e te,
a guardare panorami urbani da finestrini sporchi
ci verrà il sonno e altre cose per la testa
del nostro inutile vederci senza incontrarci
nei chilometri di screpolata differenza
ti offro al massimo un caffè da trenta centesimi
ti ascolto con indifferenza.
Gli inutili rapporti umani
che ci rendono simili ai gerani.
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