Tra l’incudine e il martello
al vespro d’ombre stese
o all’alba nucleare.
L’estasi non esiste
dei poeti è invenzione.
L’estasi e l’infinito
solo fantasie.
Al massimo brividi,
dal retto alla cervice,
epidermico sconquasso.
Brividi stesi
stanchi e lascivi.
L’agitarsi delle saliva
al solo odore di limone,
le parole spolpate
graffiate sul foglio,
l’attimo allungato
di una triste melodia,
paglia e zuppe antiche
di legno e fagioli…
Fa freddo qua in strada
a piedi verso casa.
Sputo in una pozza
e ne guardo gli anelli.