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Utente eliminato
Pubblicata il 06/03/2004
In tempi andati
ancora vivo è il ricordo
dei tuoi occhi verdi smeraldo, accesi,
che come mastini arcigni e rabbiosi
controllavano i braccianti,
già dal primo mattino
da tempo stanchi!

Poi improvvisandoti maestro
d’una orchestra casereccia,
dirigevi a suon di bacchetta
i tempi stretti della platea,
chef di prima categoria,
fiaccata e ingrugnita
per la precoce levata!

All’imbrunire infine
infarinato e stanco
facevi i conti dietro al banco…
tra banconote e un cappuccino
sino al bagliore mattutino!

Poi lassù nel tramonto delle stelle
ti immergevi ad un tratto
-eri tanto stracco!-
ma sapevi leggere tra le nubi
la qualità delle tue creazioni
e il tempo migliore
per la levitazione
del pane profumato, del dolce o del salato,
e assorto nel firmamento
d’improvviso s’illuminava quel viso,
una luce fioca dall’alto,
miracolo improvviso,
che t’infiammava di passione
e tu attento ti inebriavi
di quel mistero…
Ignaro intuivi un’ ispirazione:
la domanda del mercato
in quella stagione!

Sei sempre stato indaffarato,
vecchio mio,
ma nei pochi momenti
in cui né dolci e né ricavi
ti ostruivano la mente,
raccontavi favole d’incanto
fino a giungere al pianto,
e sognavi con me il “sarò grande”
adocchiandomi in lontananza
e amandomi ad oltranza.

Ora ti scorgo dappertutto:
nelle braccia incrociate
d’un anziano che passeggia, brontolando,
o birichino in qualche cappello sfinito,
e il brizzolato dei tuoi capelli
-quant’eran belli!-
in ogni dove,
e il papillon rosso papavero
che sfoggiavi orgoglioso
in ogni festività del tuo Paese,
che ancora parla quell’antico fiorentino
che tu mi hai fatto conoscere da molto vicino!

Ma ancora di te non ho mai trovato
il tuo nome prezioso
Gioiello,
e devo dire
che era veramente originale e bello!

Ma la nostra carta vincente è quel contatto segreto
legame tra due mondi
in sogni d’altri tempi
dove ridiamo delle nostre confessioni
e discutemmo, in passato,
di quel volo d’uccelli
che avevo notato
quando te ne sei andato,
segno premonitore
che oramai non mi fa più tremare!

Erano rondini in partenza
con la tua anima gelata
seminando rugiada
e tormenta a foglie secche,
ma una confessione ti ho già fatto
che oggi tornano a trovarmi
in ogni primavera
raccontandomi di te
che felice hai raggiunto
la fonte del mistero,
di quella luce che era per te
puro lume,
ma ora ne fai parte!
e brilli insieme alle tue sorelle
indicandomi ogni tanto
la giusta scelta nel tormento…

E allora dai nonno!

Vieni ancora nei miei sogni!
ho bisogno, ancora una volta,
che tu riscaldi il mio ingenuo cuore,
abbrutito e congelato,
spaesato nel dolore,
e vorrei anche una fiaba
come sapevi fare allora
ai tempi del tuo splendore:
una storia colma d’amore
genuina e variegata,
e dei consigli di panna,
almeno un eco della tua voce spassionata!

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sei riuscita a strapparmi un sorriso con gli occhi lucidi.....

il 08/03/2004 alle 21:40