PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/01/2002
Quando stracco e molle
come l'alburno scudiscerò
parole indecenti
(come sempre)
indegne e sentirò
una colpa
chiotta serpeggiare
nel mio brolo povero
(l'animo mio)
l'asfodelo funereo
adornerà il mio petto
e il salice piangente
lacrimerà
sorgivo
il tempo,
(pace ai peccatori
redenti)
berrò lento
ed i miei polmoni
si enfieranno della melanconia
delle stagioni tristi
e il grifo e l'ippocampo
partoriranno
il topo.

Conficcherò
l'asfodelo bianco
sul mio seno
e lo metterò in mostra
scultura informe
incerta.
Dal mio petto slabbrato
fiorirà un fascio di betel
ed io
ciberò gli ingordi amanti
e il fauno immrtale.

Lo stambecco
scivolerà via
dalle mie dita fluviali
e caracollando
darà vita a una macabra danza

nuderò il mio corpo

sarò vivida linfa,
terra e albero,
il giovane olmo.

E le mie parole indegne
risuoneranno nei cortili
malsani e nel postribolo
la puttana berrà il mio sangue

e la puttana
berrà il mio sangue
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Poesia molto ricercata nella forma, ottimamente finalizzata alla trasmissione di un certo messaggio, che però per la sua crudezza in me provoca un certo distacco.
A proposito di Rilke, la memoria mi aveva leggermente tradito, anche se è solo una questione di traduzione da "Geschichten vom lieben Gott" che io ho ricordato come "Racconti del Buon Dio" ma in effetti è "Storie del Buon Dio",
Ciao
AXEL

il 15/01/2002 alle 10:21

Questa poesia fa in un certo senso parte del mio passato. Allora leggevo Rimbaud e Dylan Thomas e pensavo, a torto, che la poesia vera fosse tutta visioni, allegorie e verve fantastica, immaginifica.

Ciao
Antonio

il 15/01/2002 alle 15:16

Molto bella e sognante
Complimenti
ciao
Antos

il 15/01/2002 alle 16:37

Bene, per prima cosa potresti avere la dignità di firmarti, affinchè io possa giudicare te con la stessa durezza con cui tu giudichi me, in secondo luogo devi sapere che per essere credibili bisogna motivare le proprie ragioni e argometarle, cosa che tu non hai fatto o che non sei in grado di fare.

il 15/01/2002 alle 16:37

Ok adesso possiamo parlare...Le tue critiche riguardo al lessico sono del tutto leggittime, ma ho già detto in altra sede che si tratta di una sorta di ostentazione giovanile(io ho 24 anni, la poesia è di tre anni fa). Credevo infatti che l'utlizzo di termini mutuati dalle mie numerose letture nobilitasse, se non addirittura "leggittimasse", il mio modo sprovveduto di fare poesia. Adesso invece so che un modo di scrivere che non ci appartiene del tutto va prima "digerito" "metabolizzato", anche nella nostra vita quotidiana, affinchè possa risultare del tutto credibile. Per quanto riguarda la tua poesia l'ho letta e non è male, specialmente il finale, solo, secondo me, dovresti provare a porre più cura per la versificazione.

Ciao
Antonio

il 15/01/2002 alle 17:27

Grazie compagno. Anch'io apprezzo ciò che scrivi

Ciao
Antonio

il 15/01/2002 alle 19:07