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flo
Pubblicata il 15/01/2002





Il cielo è terso, pulito.
L’alba allucinata s’affaccia;
della terra scarna e spoglia,
varca la cinerea soglia
e mostra ignara la faccia.
Sotto la tenue luce fredda
di un pallido sole malato,
gelati dai sibili sferzanti
di una tramontana battente
pochi stracci di nubi, erranti
percorrono oscuro cammino silente.
Singhiozzi spezzati e confusi,
rivoli caldi di lacrime amare
versasti, o divina musa dell’arte
che pace non trovi. In disparte,
c’è chi tace, scompare,
sola ti lascia a meditare
sui canti, di soavi profumi inebriati,
ora sciolti e ridenti, ora imbrigliati
dentro rigidi schemi.
Buono fra i buoni, giusto
fra i giusti,
dell’ignoto il cammino non temi.
Già si fa sera, tacita e bruna,
purpurei raggi cadenti
dello squallido astro, morenti
cedon l’ingresso alla madida luna
che nel crepuscolo, mesta
in una notte d’oblio,
reclina dolente la testa.



Poesia edita da Libroitaliano
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Il poeta non muore, Flo, non muore mai.
Quando si ferma il respiro, i suoi versi fissato su un foglio bianco, continuano ad esistere.
E se ascolti, ne senti il respiro.

Luigi

il 15/01/2002 alle 09:40
flo

E' proprio così, caro Luigi i versi sono come l'infinito, non hanno confini.
Sono d'accordo con te, il poeta muore come persona, ma non muore mai come comunicazione di sensazioni.
Ciao Floriano

il 15/01/2002 alle 09:59