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Pubblicata il 17/02/2004
Ed ora che di nuovo la mia sera s'è assopita
Rimango qui da solo col fardello dell'attesa
Cercando fra le carte le parole primitive.
Fuori va in sogno crescendo e morendo l'olivo
All'ombra del quale una volta sedevo
Stanco dei giochi nel sole del tardo mattino.
Ricordo che un giorno di nuvole nere
Cadde una cosa dal tetto con poco rumore:
Nel cielo rimase un richiamo di madre,
A terra soltanto qualcosa di grigio.
Svanirono presto i bei giorni passati a sognar di volare,
Divennero tela su cui disegnar quella tetra visione:
Un autoritratto presago di ciò che sarei diventato.
Adesso quel quadro fa mostra di sé sul camino:
Talvolta, nell'ombra, mi pare che muti
Ma è solo un inganno dei miei occhi stanchi.
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La luce del giorno mi è un po' nemica. Di notte ci si spoglia meglio. A volte pubblico le mie poesie sperando che qualcuno le interpreti, perché da solo non le capisco...
Grazie del commento!
Ciao

il 21/02/2004 alle 13:42