PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/02/2004

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Temo che nel mio divenire la piega degli eventi, delle pressioni di terzi e della non voluta convivenza sociale mi riducano infine a quella condizione di pigrizia e limitatezza intellettuale che altri fregiano del titolo di maturità.
Inorridisco ad immaginarmi come essere giunto alla conclusione della prima metà della sua esistenza; quando trovato il mio posto tra la gente il diurno sarà seguito da un altro diurno di egual forma.
Ed ogni meriggio indissolubilmente identico al precedente, parimenti al seguente.
La poesia allora solo frammento di ricordo e le notti insonni viste come inaccettabile perdita di prezioso tempo; prezioso per cosa?
Quando riconsidererò la mia opera reputandola un errore di percorso e biasimerò il me stesso giovane per la sua volitività.
E le feste ed i bagordi dionisiaci vissuti ripudiati dalla memoria.
Cosa sarò allora? E sono sicuro di volerlo diventare?
Ma come mi ritrovo nel presente?
Stretto tra l’abbandono odierno e le prospettive di un futuro di progressivo lento spegnimento.
In certe notti non avrei alcun dubbio in merito, ma le albe mi portano assurgimenti di materialismo e conformismo.
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Jul

I tuoi paradisi deludenti (li ho letti tutti) sono interessanti, non poesie ma biografie di personaggi ed arrembaggi umani.
Ciao,
Jul

il 07/02/2004 alle 20:46